In Comunicati, Politica Economica

Purtroppo ogni anno, in questo periodo, ci troviamo a notare, con la solita delusione ed il solito fastidio, la messa in onda di un palinsesto estivo fatto di programmi di serie B e repliche.

Vecchi film e spettacoli già visti che, per quanto validi, trasmettono chiaramente ed indiscutibilmente un'unica certezza: quella che, da giugno, il servizio pubblico va in vacanza.

Un atteggiamento figlio di una visione limitata e poco attenta alle richieste di un'utenza sempre più esigente, le cui abitudini ed i cui gusti sembrano non essere presi in piena considerazione dai vertici RAI.

Sono sempre di meno, infatti, i cittadini che partono per le vacanze estive, complici la crisi economica ed i prezzi a volte proibitivi applicati dalle strutture nei periodi di alta stagione.

Secondo le stime dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori appena il 31% degli italiani si concederà quest'anno le tradizionali vacanze estive.

Aumenta, pertanto, il numero di persone che rimane a casa, doppiamente penalizzate da un palinsesto scadente e da un'offerta culturale sempre più povera ed esigua messa a disposizione dai comuni per le rassegne estive.

La RAI, in qualità di servizio pubblico radiotelevisivo, è tenuta a garantire un’offerta di qualità per tutti e dodici i mesi dell'anno. Un principio che non deve essere visto unicamente come "obbligo", ma può essere intelligentemente sfruttato come un'opportunità di crescita, per sperimentare idee e spunti inediti, qualificando l'offerta e valorizzando in maniera nuova e creativa le richieste dei cittadini che fruiscono del servizio.

Una visione del servizio pubblico in grado di mettere a tacere ogni contestazione ed ogni polemica sul canone, che in tal modo, più che un "balzello" sarà visto come un investimento sulla qualità.

 

 

Post suggeriti