In Comunicati, Salute

Gli ultimi dati sulle rinunce alle cure per motivi economici sono drammatici: almeno quattro milioni di italiani sono costretti a trascurare la propria salute perché non riescono a pagare visite ed esami. A ciò si aggiungono le liste di attesa sempre più lunghe, che ovviamente spingono i pazienti che ne hanno la possibilità a ricorrere a soluzioni diverse dal sistema pubblico; chi invece non può permettersi un’assistenza privata è costretto a rinunciare alle prestazioni. 
Come siamo arrivati a questo? E’ presto detto. Anni di tagli alle risorse hanno portato l’assistenza sanitaria pubblica sull’orlo del collasso e hanno di fatto messo in discussione l’inviolabile diritto alla salute dei cittadini. La situazione è resa ancora più difficile dal blocco del turnover dei medici: nei prossimi anni si verificherà una, è proprio il caso di dirlo, emorragia di specialisti, e le decine di migliaia di medici che usciranno dal Sistema sanitario nazionale non verranno sostituiti a causa dello stop alle assunzioni. Si tratta, è evidente, di una situazione insostenibile, e non è ammissibile che il diritto alle cure venga violato per motivi economici. La sanità, purtroppo, continua ad essere la cenerentola della politica italiana e il Governo non può continuare ad ignorare quella che è diventata un’emergenza sanitaria e sociale. Tale contesto, inoltre, penalizza in particolar modo le regioni con minori risorse economiche e i cittadini meno abbienti. 

“Il diritto alle cure dei cittadini deve essere garantito. Servono soluzioni che consentano di ridurre i tempi di attesa, come una sospensione dell’intramoenia: in questo modo si darebbe, almeno in parte, respiro alle Asl che riscontrano maggiori difficoltà con le liste di attesa” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori. 
 

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